giovedì 6 novembre 2008

Mario Merz e gli "igloo"

L'Artista dell' Essenziale...



Città Irreale(1989)Guggenheim Museum, New York City

Nato e cresciuto a Torino frequentò la facoltà di medicina all'Università degli Studi di Torino.
Durante la seconda guerra mondiale entrò a far parte del movimento antifascista "Giustizia e Libertà" e nel 1945 fu arrestato durante un volantinaggio.
Dopo essere stato liberato si dedicò alla pittura su olio su tela, con un tratto astratto-espressionista che poi divenne informale.
A metà anni sessanta abbandonò definitivamente la pittura sperimentando nuove forme d'espressione utilizzando i più svariati materiali di composizione, di questi materiali i più significativi risultano senz'altro i "tubi al neon" con i quali perforava le superfici delle tele simboleggiando l'infusione d'energia che invade l'opera d'arte, oppure il ferro, la cera, la pietra, il legno, i quali assemblava al fine di creare le cosi dette "pitture volumetriche" ovvero assemblaggi di vari materiali che consentivano di apporre una consistenza materica all'opera d'arte, per mutarne così definitivamente i legami col passato tradizionale.


Igloo(1985)Guggenheim Museum, New York City

Il sessantotto con il suo rinnovamento politico influenzò molto la forma espressiva dell'artista, il quale utilizzava i neon come quell'accesa protesta e forza illuminante propri di quel periodo, dei quali diventarono ben presto gli slogan.
Dal 1968 iniziò a realizzare strutture archetipe dell'arte povera come gli "igloo", realizzati con i materiali più diversi che divennero caratteristici della sua produzione, colonne portanti del superamento bidimensionale, della riscoperta dell'energia insita nella materia e della crescita organica.
Nel 1971 molte delle opere dell'artista furono esposte al Guggenheim Museum di New York, lasciando così un'impronta significativa anche all'estero.


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