giovedì 27 novembre 2008

IULM to be continued...

Siamo spiacenti di non essere stati in grado di fornirvi ulteriori informazioni sulla mostra tenutasi alla IULM.
Possiamo però citarvi i nomi dei dieci artisti trattati alla mostra: Guido Strazza, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Piero Ruggeri, Attilio Forgioli, Ruggero Savinio, Piero Guccione, Franco Sarnari, Carlo Guarienti e Valerio Adami.

mercoledì 26 novembre 2008

Arte alla IULM!




Con "Arte in Italia 1968-2008. Dieci pittori"l'Università IULM intende festeggiare il quarantesimo anniversario della fondazione[...]
Le quaranta opere dei dieci pittori selezionati da Marco Goldin, sono state organizzate in mostra nei locali dell'ateneo dai partecipanti all'Executive Master per Curatori di Mostre[...]
Si è scelto di celebrare un anniversario con una mostra anche per sottolineare l'idea che il patrimonio artistico, in tutte le sue forme, non è un'entità avulsa dallo scorrere del tempo, arroccata in un monumentalismo irraggiungibile, ma una continua occasione di stimolo e di comprensione per tutte le istituzione del nostro Paese che, come la nostra università, cercano di approfondire e valorizzare uno dei segni distintivi, se non il vero e proprio simbolo, del modo italiano di comprendere la storia: quello di trasfigurarne le forme sensibili attraverso i linguaggi complessi di cui l'arte è il prototipo[...]



Giovanni Puglisi

Rettore Libera Università di Lingue e comunicazione IULM

domenica 23 novembre 2008

Luigi Ontani il "narcisista"

Il tema del burlesco



Luigi Ontani nasce a Bologna nel 1943; alla fine degli anni '60 l'artista ha contribuito al riposizionamento del linguaggio figurativo all'interno delle pratiche artistiche contemporanee attraverso fotografie, performance e tableau-vivant, sculture, installazioni e disegni che si rifanno ad una ricchissima tradizione iconografica sia occidentale sia orientale.



È stato spesso egli stesso protagonista dei suoi lavori vestendo i panni di figure mitiche della storia, della religione o della letteratura, attingendo alle più diverse fonti vicine e lontane nel tempo, secondo un metodo che assimila la citazione di modelli preesistenti alla creazione di una mitologia personalissima dove convivono narcisismo ed erudizione.



Egli ha esposto le sue opere al Guggenheim Museum di New York, alla Biennale di Venezia e ora anche presso lo SMAK, Museo d'Arte Contemporanea di Gent.



mercoledì 19 novembre 2008

Alighiero Boetti e "la matematica"

L'attivista politico



Alighiero Boetti nasce il 16 dicembre 1940 a Torino.
Fra il 1960 e il 1965 Alighiero Boetti realizza alcuni dipinti e disegni astratti; poi, con una tecnica da disegno industriale esegue una serie di riproduzioni a china di oggetti fra cui microfoni, cineprese e macchine fotografiche; infine compie esperimenti con gesso, masonite, plexiglas ed elementi luminosi.
Sin dall'adolescenza l'artista inizia a coltivare alcuni dei numerosi interessi cui, grande viaggiatore, si dedicherà nel corso della vita, dalla musica alla matematica, dalla filosofia all'esoterismo, dalle culture del Medio ed Estremo Oriente a quelle africane.
Nel marzo 1971 Boetti si reca per la prima volta in Afghanistan, dove fino all'occupazione sovietica nel dicembre 1979 tornerà all'incirca due volte l'anno. Egli commissiona alle donne afghane diversi tipi di manufatti, opere da lui disegnate e ricamate secondo la tradizione locale. Con il primo lavoro della serie "Mappa" (1971-1972), un planisfero politico in cui ciascun territorio viene ricamato con i colori e i simboli della bandiera di appartenenza.




Sin da quando Boetti ha concepito l'"opera in progress"
(1967-1971) ovvero le opere artistiche dedicate all'attualità, egli inizia la produzione di ricami su tele di riso,grazie ai contatti con i rifugiati afghani a Peshawar, in Pakistan.
Nel 1990 Boetti è invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale.
La allestisce interamente con opere in tecnica mista su carta, affollate da animali (insieme ad altri elementi ricorrenti nel suo lavoro) e sovrastate da un "Fregio" (1990) che percorre il perimetro superiore dell'ambiente, un ulteriore omaggio dell'artista alla pittura antica.
In questa occasione riceve il "Premio Speciale della Giuria".




Il senso ludico, spesso presente nelle sue opere, resta una componente importante, tuttavia alcuni lavori sembrano rivelare una riflessione esistenziale, forse un'ulteriore necessità di tracciare un resoconto di vita.
Questo sottolinea la sua rilevanza come artista nel panorama internazionale.
Boetti morirà il 24 Aprile 1994 a causa di una malattia.

lunedì 17 novembre 2008

ARTE CONCETTUALE

Oltre all'Arte Povera e alla Transavanguardia, come motore di avviamento dell'Arte Contemporanea bisogna tenere in considerazione anche la presenza dell'Arte Concettuale che noi abbiamo posto per ultima poichè è quella che ha maggiormente influenzato le ultime tendenze artistiche internazionali.



"Call of the Peaks"(1942) R.Magritte


Essa si sviluppa fra gli anni '60 e '70 e si è diffusa a livello internazionale.
Essa si basa su una concezione dell'arte che rifiuta il lavoro dell'artista per quanto riguarda l'espressione estetica e ritiene che l'essenza dell'arte sia invece nell'idea, nel concetto che precede e conforma l'opera.
I precedenti di questo atteggiamento sono numerosi, già nel surrealismo si possono trovare le radici dell'arte concettuale.
Ad esempio in Magritte ("Ceci n'est pas une pipe"1929)in Duchamp e in Fontana, artisti precedenti a questo movimento, se ne possono delineare i fondamenti.



In questo tipo di arte tipicamente espressiva delle facoltà intellettive e filosofiche dell'uomo, ciò che risulta importante è il percorso dell'idea, la riflessione teorica, la precisazione e presentazione del processo di formazione del pensiero a discapito dell'abilità tecnica della sua esecuzione.
La definizione di arte concettuale, nel contesto dell'arte contemporanea, si deve a Joseph Kosuth che lo utilizzò verso la metà degli anni sessanta per definire il suo scopo di realizzare un'arte fondata sul pensiero e non più su un ormai frainteso senso del piacere estetico.
I "concetti" possono essere comunicati attraverso diversi mezzi espressivi, come testi, mappe, diagrammi, film, video, fotografie o happening, esposti in gallerie o realizzati per luoghi specifici.
Nella realtà dei fatti l'artista concettuale viene visto come "il creatore di idee" piuttosto che di opere d'arte. Queste critiche hanno fomentato la connotazione prettamente commerciale e funzionalistica di un arte ormai dissacrata poichè meramente a scopo di lucro.


Il padre della Conceptual Art, Joseph Kosuth, nasce il 31 Gennaio 1945 a Toledo, Ohio (Usa).
Frequenta la Toledo Museum School of Art e studia privatamente presso il pittore belga Line Bloom Draper negli anni compresi tra il 1955 e il 1962; completa la sua formazione al Cleveland Art Institute (1963-64) e alla School of Visual Arts di New York (1965-67), di cui diventa membro di Facoltà già nel 1968.



"Four colour words" J.Kosuth

Nel 1967 fonda e dirige, assieme a Christine Kozlov e altri, il Museum of Normal Art; è il redattore americano della rivista 'Art-Language' (1969-1970), organo del concettualismo.

I due esponenti più significativi che abbiamo scelto sono: Alighiero Boetti e Luigi Ontani.

domenica 16 novembre 2008

Mimmo Paladino il "mistero"

L'artista delle maschere

"Lo spazio è una circostanza non determinante. Le dimensioni di un tavolino possono essere sufficienti a provocare tensioni e strategie degne del più vasto affresco". (Mimmo Paladino)



Nasce a Paduli, in provincia di Benevento il 18 dicembre 1948, passa la sua infanzia a Napoli e dal 1964 al 1968 frequenta il Liceo Artistico a Benevento, intanto terrà una mostra presentata da Achille Bonito Oliva, alla Galleria di Portici (Napoli), che lo scoprirà come talento e lo promuoverà proprio grazie a questa esposizione.
Dopo avere sperimentato la tecnica del "concettuale", l'artista passa alla fotografia.I lavori prodotti in questa prima fase sono presentati alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia nel 1976.
Da quì l'artista inizia combinando immagini in tecnica mista, creando una complessa iconografia che tiene conto di una straordinaria miscela di messaggi, stranamente opposti e divergenti, comunque mescolati insieme.
Le eccezionali doti di disegnatore di Paladino si svelano definitivamente, quando nel 1977 realizza un grande pastello sul muro della galleria di Lucio Amelio a Napoli e partecipa inoltre alla rassegna "Internationale Triennale für Zeichnung" organizzata a Breslavia.
Nello stesso anno si trasferisce a Milano, mentre nel 1978 compie il primo viaggio a New York.


Mimmo Paladino dipinge soprattutto immagini astratte e oniriche che si susseguono su grandi tele dai forti valori timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, rami e maschere che attraggono l'osservatore.
Negli anni ottanta l'artista giunge all'elaborazione di superfici di grandi dimensioni e opere di forte impatto visivo nelle quali racconta la vita e il mistero della morte. Utilizza l'incisione e molte altre tecniche per rappresentare il proprio "mondo interiore", primordiale e magico. Introduce presto nelle sue tele elementi scolpiti, spiazzando i critici nella sua coesione di modernità e arte povera.



Accanto alla pittura, la scultura è parte fondamentale del lavoro di Paladino che tratta di fusioni in bronzo o in alluminio, legni spesso dipinti, ma anche rame, ferro e altri materiali.
Pur nella loro apparente fissità da icone le opere di Paladino conservano sempre un'ambiguità densa di allusioni. Le maschere senza sguardo, i profili arcaici delle teste, custodiscono valenze emblematiche che sfuggono ad un'interpretazione univoca, anzi appaiono serbare enigmi, misteri insondabili o segreti.


Nella seconda metà degli anni ottanta i lavori di Paladino risultano fondati su una composizione che va semplificandosi. Si restringe l'inventario dei segni, mentre il colore suggerisce l'intero spazio dell'opera: pochi attributi sono sufficienti per delinearne l'intera struttura.



La sua produzione inizia ad essere conosciuta anche all'estero, grazie ad una mostra itinerante del 1980, che si sposta da Basilea ad Essen e successivamente ad Amsterdam.
Intanto la dimensione dei suoi lavori si amplia e nelle sue tele convivono teschi, scheletri, maschere e animali, che contribuiscono all'edificazione di un mondo misterioso.

Oggi Mimmo Paladino vive e lavora tra Roma, Paduli e Milano.

venerdì 14 novembre 2008

Sandro Chia il "tenebroso"


La brutalità del segno

Sandro Chia nasce il 20 Aprile 1946 a Firenze, lì frequenta l'Istituto d'Arte e più tardi l'Accademia di Belle Arti di Firenze, conseguendo il diploma nel 1969.
Nel 1970 lascia Firenze e si stabilisce a Roma, dove nel 1971 ha luogo la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita: il titolo della mostra è L'Ombra e il suo Doppio e Chia presenta una serie di oggetti, una rosa di plastica, un uccello impagliato ecc..collocando al centro dello spazio una fonte luminosa che ne proietta l'ombra su pannelli bianchi accostati alla parete.
Tra il 1971 e il 1975 compie parecchi viaggi in Oriente, visita l'India e la Turchia. Nel 1975 in Italia presenta un'opera alla Galleria Lucrezia De Domizio di Pescara dal titolo "Graziosa Girevole", in cui un uomo adagiato su un piano inclinato ripete le parole suggerite da un altro uomo su una scala accanto a lui.
Intorno al 1976 il lavoro di Chia subisce una svolta ed egli abbandona progressivamente le sperimentazioni concettuali per rimettere mano ai mezzi della pittura, del disegno.


Durante gli anni settanta espone molte opere a Roma e in Europa.
Nel 1980 ottiene una borsa di studio in Germania dove lavorerà per un anno mentre l'anno successivo si trasferisce a New York dove si stabilirà per circa vent'anni.
Sempre nel 1980 viene invitato alla Biennale di Venezia per presentare le sue opere.

Sandro Chia oggi è considerato uno degli esponenti più significativi della Transavanguardia, le sue opere sono caratterizzate dall'immediatezza e dalla "brutalità" del segno pittorico, dalla corposità dell'impatto cromatico e dai colori violenti.



Le sue opere personali sono esposte nei musei più famosi di tutto il mondo, come il museo di Amsterdam nel 1983, il Museo metropolitano di New York nel 1984, la Galleria Nazionale di Berlino nel 1984 e nel 1992, i musei di Dusseldorf nel 1989, il museo d'arte di Boca Raton in Florida nel 1997.
Numerose opere sono state esposte anche tra i più rinomati musei e gallerie italiane, come la Biennale di Venezia, il Palazzo MediciRiccardi di Firenze, Villa Medici di Roma nel 1995, la Galleria Civica di Siena nel 1997, il museo d'arte di Ravenna nel 2000 e recentemente nel Duomo di Pietrasanta nel 2006.
Oggi l'artista vive e lavora tra New York e Montalcino.


mercoledì 12 novembre 2008

Enzo Cucchi e l' "inconscio"

L'artista eclettico!


Nasce a Morro d'Alba, un paese rurale vicino ad Ancona il 14 novembre del 1949.
Egli trascorre la sua gioventù nel capoluogo e trova lavoro come assistente presso restauratori di libri e quadri.
Inizia a dipingere come autodidatta, vincendo anche numerosi premi!
Poi si allontanerà da questa attività per dedicarsi alla poesia.
Verso la metà degli anni settanta si reca a Roma dove riprende la sua attività artistica.



Qui avviene l'incontro con molti dei più importanti artisti riconosciuti per le loro abilità pittoriche tra cui Sandro Chia e Enzo Cucchi, con i quali lavora a stretto contatto.
Fin da subito il lavoro di Cucchi si impone per la sua originalità rispetto ai canoni e le tendenze predominanti alla fine degli anni settanta,le quali giocavano per lo più sullo sperimentalismo.
Cucchi riusa la tecnica sperimentale, recuperando però i mezzi espressivi tradizionali.
Egli compone installazioni con i più disparati materiali compositivi dislocati liberamente nello spazio compositivo, ma utilizzati come supporto dell'immagine dipinta, scolpita o disegnata.
Le sue opere vengono esposte presso varie gallerie italiane, in particolare presso Emilio Mazzoli a Modena nel 1979 e GianEnzo Sperone a Roma e New York nel 1981 e nel 1985.
Anche oggi l'artista opera e collabora con Sandro Chia e Mimmo Paladino, i protagonisti della Transavanguardia.




Per Cucchi la pittura, la scultura e il disegno diventano strumenti necessari per esternare la propria interiorità; le sue immagini fanno riferimento ad un universo poetico spesso allusivo al mondo popolare e alla sua cultura oppure si danno come l'emissione diretta dell'inconscio. La sua è una forma d'arte radicata nella memoria esistenziale, ma che riesce ad essere coinvolgente in senso emotivo ben al di là dell'appartenenza ad una comunità distinta.
Enzo Cucchi vive oggi tra Ancona e Roma, egli viene considerato il più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia che a partire dagli anni ottanta diviene artista di fama internazionale.
Questo dovuto anche al suo trasferimento a Roma avvenuto circa verso la fine degli anni settanta, cambiamento sostanziale nella vita dell'artista, il quale abbandona l'attività poetica, per dedicarsi quasi esclusivamente alle arti visive e collaborando con i più noti artisti della Transavanguardia già citati precedentemente.



Cucchi segnato da questi profondi mutamenti raggiunge una maturità espressiva notevole.
La sua pittura è un'aggregazione di più forme, di più concetti e più materiali che si avvale dell'espressione invasiva del gesto, attraverso il quale la tela assurge a ricettacolo di immagini e pensieri, veicoli di un discorso frastagliato in mille sospensioni.
La presenza di simboli disparati, di matrice classica o onirica, si sovrappongono sul tessuto cromatico da cui sembrano emergere.
La perdita delle coordinate spazio temprali con un indisciplinato uso dei colori, un pò accennati, un pò violenti, sfruttano tutte le possibilità tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, al mosaico, al bronzo.
Questo interesse da parte dell'artista di far convergere tutte le discipline, hanno portato l'artista a muoversi in diversi campi, quali la moda, il design e l'architettura.


martedì 11 novembre 2008

TRANSAVANGUARDIA

Un tuffo nel passato!






E' un movimento artistico italiano sviluppatosi negli anni ottanta
, va in controtendenza rispetto all'arte concettuale, riproponendo i temi pittorici del passato.
Questo movimento è stato fondato dal critico d'arte Achille Bonito Oliva che volle riscattare l'efficacia espressiva della pittura, con qualche aggancio con i temi affrontati dall'arte povera, il ritorno alle origini dell'uomo e l'immediatezza della composizione, permessa attraverso l'atto pittorico.
Si tratta comunque di un tratto innovativo e nettamente differente da quello del passato che configura l'arte contemporanea come l'arte più libera, in quanto presenta svariate modalità espressive.
Le opere di questi artisti sono narrative, trasmettono immagini fantastiche e mitologiche e affondano le radici nei più svariati temi, quali la letteratura, la storia, la scienza,la filosofia, la mitologia.




Achille Bonito Oliva definisce così questo movimento: "La Transavanguardia ha risposto in termini contestuali alla catastrofe generalizzata della storia e della cultura, aprendosi verso una posizione di superamento del puro materialismo di tecniche e nuovi materiali e approdando al recupero dell'inattualità della pittura, intesa come capacità di restituire al processo creativo il carattere di un intenso erotismo, lo spessore di un'immagine che non si priva del piacere della rappresentazione e della narrazione"(Artisti italiani contemporanei,Electa,Milano 1983).


I significati della Transavanguardia si riscontrano in autori come Enzo Cucchi e Mimmo Paladino, è tesa dunque al recupero dell'energia che caratterizza i fatti e le storie dell'uomo.
Il ritorno alle origini viene conferito all'opera d'arte dagli elementi applicati sui dipinti, quali il legno,la terra, il ferro che rappresentano un continuo rimando alla civiltà mediterranea.






LINEE ESPRESSIVE PREDOMINANTI:


La Transavanguardia disarticola le forme e le ricrea, linee narrative che non hanno nessun valore preesistente, ma che si articolano nella composizione creando nuovi spazi all'interno dei rimandi primordiali e delle rovine del passato, costruendo un nuovo senso.
Perciò questa corrente è in bilico tra la distruzione e la costruzione di una nuova lettura dell'opera, la quale non ha una funzione logica e comunicativa con il pubblico ma totale e penetrante, in modo che il senso venga costruito anche grazie allo spettatore, che ogni volta ricarica la composizione di nuovi colori personali.

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LA NUOVA ICONOGRAFIA:

La condizione in tutto il panorama internazionale della Transavanguardia, garantisce un'immagine in grado di recuperare la moralità dei grandi artisti visionari del passato che trasfiguravano con il proprio impeto creativo la contingenza del tempo e dello spazio a cui appartenevano.
Ogni composizione fonda la sua rappresentazione sul movimento e la commozione e mette a dura prova uno sguardo abituato per convenzione alla contemplazione del fermo.
Perciò l'arte vuole superare i liti del proprio tempo rispolverando le grandi concezioni e teorie del passato ma assolutamente riproporle nel presente, slegate da un vero e proprio contesto culturale, per lasciare spazio alla libera interpretazione.

lunedì 10 novembre 2008

Pino Pascali il " mediterraneo"

Tra natura e semplicità



Cornice di fieno(1967)collezione G.N.A.M. Roma


Pino Pascali è nato a Bari il 19 ottobre del 1935.

Nel 1956 si trasferisce a Roma dove frequenta l'accademia delle Belle Arti. Dopo il diploma inizia a lavorare come aiuto scenografo alla RAI, realizzando anche caroselli, spot pubblicitari e sigle televisive collaborando con la Lodofilm.
Nel 1965 realizza la sua prima mostra presso una famosa galleria d'arte di Roma "La Tartaruga", egli viene notato da illustri critici e galleristi che subito rimangono influenzati dalle doti dell'artista.



Missile colomba della pace(1965)collezione privata,Roma


Nel 1968 le sue opere vengono messe in mostra alla Biennale di Venezia
, nello stesso anno, mentre Pascali è all'apice della sua carriera muore improvvisamente in un incidente stradale con la sua motocicletta.
Fu un artista molto eclettico, considerato l'essenza dell'arte povera, fu anche scultore, performer e scenografo.


Pubblicità Cirio(1964)tecnica mista su cartoncino


Le sue opere uniscono l'influsso della cultura mediterranea
(gli animali,il mare, la terra e i campi)con la dimensone ludica dell'arte: molte opere sono dedicate alle armi, giocattoli realizzati con materiali di recupero (metalli,paglia, corde) e numerose opere rappresentano le icone e i feticci della cultura di massa.