lunedì 27 ottobre 2008

Andy Warhol e la "Pop Art"

La riproducibilità tecnica



Andy Warhol,il cui vero nome è Andrew Warhol,nasce a Pittsburgh negli stati uniti il 6 agosto del 1928, da parte di una famiglia di immigrati slovacchi.
Dopo le elementari frequenta un paio d'anni il Carnegie Institute of technology di Pittsburgh, ma prima di compiere vent'anni si trasferisce a New York, dove lavora per alcune riviste famose come grafico pubblicitario (Glamour, Vogue..)
Nel 1952 la Hugo Gallery di New York allestisce la prima mostra dell'artista; negli anni successivi Warhol espone dei disegni alla Bodley Gallery e presenta le Golden Shoes in Madison Avenue dimostrando le sue spiccate doti come grafico.
Per completare la sua formazione l'artista viaggia in Europa e in Asia, ma sarà verso il 1960 che Warhol inizia a dipingere i suoi quadri, i quali hanno come soggetti eroi dei fumetti o immagini pubblicitarie (Superman, Popeye e le bottiglie di Coca Cola)




Utilizzando la tecnica della serigrafia riproduce oggetti di uso comune, rendendoli i simboli della modernità del suo tempo, rilevanti anche nel panorama mondiale contemporaneo.


POP-ART:

Il movimento di cui Warhol fa parte
, nasce in Gran Bretagna, approdato e fondato a New York con le opere di Jasper Johns e Robert Rauschemberg, due artisti che decisero di mescolare ai loro dipinti elementi di uso comune.
Warhol si contraddistingue nel fenomeno della pop-art fondando la "Factory", un laboratorio collettivo, al quale entrarono a far parte molti degli artisti della pop-art.
Questo tipo di arte si sviluppò in un contesto che stava via via trasformandosi nella modernità di massa, caratterizzata dal fenomeno della perdità dell'esclusività che affonda le sue radici nella produzione dei beni di consumo.




Con la massificazione dei modi di consumare, si entrava a far parte di quel mondo che spalancava le porte al commercio e alla tecnologia, i quali permettevano un'omogeneizzazione dei modi di rapportarsi con la società.
La pop-art quindi, ripropone il nuovo scenario mettendo il quotidiano nel mirino per conferirgli sempre più unicità.



Qui sotto abbiamo messo una delle canzoni dell'album del celebre gruppo dei Velvet Underground, "Venus in Furs"(1966),la cui copertina è ormai entrata a far parte dell'immaginario collettivo, disegnata personalmente dallo stesso Andy Warhol.
Si dice che il gruppo stimasse e perseguisse nelle sue canzoni gli obiettivi della pop-art, dopotutto i Velvet Underground vendettero parecchi dischi con il marchio dell'artista sulla copertina.
Più pop-art di così davvero non si poteva...

1 commento:

mattia8781 ha detto...

La soluzione brillante x conferire l'idea di unicità e sottolineare la massificazione dei consumi poi è stata sicuramente quella di usare nei suoi dipinti emblemi della società di massa, come la Coca-Cola e Marilyn Monroe